Ladyradiolina – le donne di Terzigno

Ripubblichiamo qui l’ultimo post del blog di ladyradio per regalarvi le splendide interviste realizzate da Walai a Terzigno. Buona visione!

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Le donne di Terzigno

Terzigno, la verità

Perchè mettere in ballo discorsi femministi anche in un caso grave come quello dell’apertura di cave abusive e nocive in Campania?

Perchè mi sono resa conto che finalmente ho notato una partecipazione attiva di molte donne, soprattutto non più giovanissime.

Mentre è facile trovare ragazze attive e impegnate contro ingiustizie e soprusi, è al contempo difficile smuovere le “signore” (anche sposate e con prole) dalle loro case.

Ci sono tante donne sposate o meno con figli a carico o meno sempre pronte a battersi per i propri diritti ma io non parlo di loro, parlo di chi in passato ha dedicato tutta se stessa solo ed esclusivamente alla famiglia e alla cura della casa.

Mia madre mi diceva sempre ” Non provo pietà per quelle donne tristi, frustrate e annoiate, pronte a rompere le minchie ai figli perchè non sanno più cosa fare, sai perchè? Perchè mentre noi attaccavamo dazebao, distribuivamo volantini, quotidiani, ci battevamo per il diritto all’aborto, alla parità, mentre nel frattempo crescevamo voi e badavamo sì anche alla casa, quelle donne lì passavano giornate intere dietro ai loro passeggini, spendevano soldi in parrucchieri, estetisti, abbandonando una florida carriera per poter servire la cena e il pranzo puntuali come cameriere ben pagate”.

Aveva perfettamente ragione.

Per quanto io sia convinta che ognuno è liberissimo di fare ciò che desidera della propria vita, credo sia essenziale non rinunciare mai a se stessi, ai propri spazi, alla propria dignità.

Ho visto molte donne dignitose, consapevoli, arrabbiate ma per un motivo valido. Non mi sono proprio parse delle terroriste, nè tantomeno conoscono la realtà dei centri sociali, sono semplicemente delle madri. E guai a chi tocca una madre!

Ho sentito vari commenti ironici contornati di risatine sulle donne in prima linea, sbeffeggiate perchè scappavano alla vista dei manganelli volanti della polizia.

Che cosa avrebbero dovuto fare? Beccarsi la manganellata sulla faccia? Un calcio nella schiena?

E come avrebbero fatto, una volta tornate a casa, a preparare la colazione, il pranzo e la cena a tutta la sacra famiglia? Chi li avrebbe lavati i vestiti, i piatti, chi avrebbe stirato camicie e pantaloni accumulati?

E poi non capisco cosa ci sia di male nell’ evitare lo scontro diretto! Come se farsi prendere a mazzate in testa sia un gesto essenziale ed eroico.

Una donna per proteggere un anziano picchiato dalle “forze dell’ordine”, si è beccata una contusione al setto nasale, nonostante chiedesse di essere lasciata in pace gridando.

Anche lei è una sciocchina? Gridare BASTA, ASSASSINO! E’ da vigliacchi? Io non credo proprio. Così come penso che a rischiare tanto sono loro, proprio quelle signore che rinunciano a tutto, rischiando anche l’ansia di parenti, mariti, amici, facendosi chiamare pazze, folli, esaltate, per difendere il loro territorio, la loro famiglia, prendendo anche coscienza di come si sta trasformando l’ Italia e di quanto sia grave la repressione.

Noi studenti o giovani precari rischiamo una botta in testa o forse anche niente, torniamo a casa e la vita continua, dobbiamo gestire noi stessi.

Ma loro no.

Rispetto più che alto a queste donne e a tutte le persone che stanno rinunciando a tante cose pur di andare avanti.

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